Mapei Football Center: il progetto

Le linee guida del progetto architettonico firmato da Onsitestudio.

TRADIZIONE E INNOVAZIONE PENSANDO AL PAESAGGIO

Il progetto, curato da Onsitestudio – il laboratorio di progettazione fondato nel 2006 e diretto da Angelo Lunati e Giancarlo Floridi – con la collaborazione dello Studio Giorgetta Architetti Paesaggisti, fonda le sue premesse nel rapporto con il paesaggio agricolo aperto e pianeggiante, inserendo nel contesto l’edificio come un grande elemento orientato, come un decumano nella stessa direzione della centuriazione, dei campi agricoli e ora dei campi sportivi.

Il progetto, usando forme e tipologie dell’architettura storica (le barchesse, i porticati, gli arretramenti, l’uso della simmetria, i mattoni, le proporzioni, i dettagli delle facciate) torna a guardare il presente come parte integrante di una tradizione e di una ricerca collettiva. Il riferimento tipologico è agli elementi in linea, fondati sulla ripetizione di strutture in mattoni delle grandi architetture agricole di servizio, come le barchesse, o le antiche fabbriche di ceramiche di questa zona oppure ai tipi degli edifici sportivi dell’antichità greca e romana che si disponevano longitudinalmente sul bordo dei campi.

CONSUMARE MENO SUOLO POSSIBILE

L’edificio costituisce una presenza calma, visibile da grande distanza, landmark riconoscibile e paesaggistico, dando continuità alla memoria storica del sistema orizzontale dell’ambiente agricolo, attraverso un nuovo significato. Esso entra in relazione con il paesaggio con la sua scala controllata (un’altezza di 12 metri circa), rappresentando perciò uno sfondo discreto alle alberature lasciando la prospettiva libera dall’edificio verso il canale di Modena e l’orizzonte lontano. L’edificio trova un’eco nell’immagine del fotografo Luigi Ghirri (Cittanova, 1984) per la sua espressione dell’ambigua e speciale monumentalità di piccole facciate di edifici civili o religiosi isolati e disposti nell’orizzontalità del paesaggio della via Emilia. La facciata Nord è quella principale, dove è posizionato l’ingresso. La facciata è curva per ricevere la luce del sole verso est e ovest, è concava per accogliere le persone e i flussi che arrivano sia dai lati che di fronte. Una panca lungo tutta la curva della facciata definisce una piccola piazzetta con una grande quercia.

 

SOBRIETÀ NELLA SCELTA DEI MATERIALI

Il progetto dell’interno ha previsto un insieme di materiali che, non richiedendo ulteriori finiture, rappresentano il tono e l’atmosfera “spartana” e sofisticata di spazi come quelli richiesti da questi tipi di programma. Le strutture orizzontali e verticali in cemento armato sono state lasciate a vista, come i solai prefabbricati tipo Predalles. I tamponamenti interni delle pareti perimetrali e i corridoi di distribuzione principale sono in blocchetti di calcestruzzo cellulare di colore bianco con due finiture: ruvida e levigata lasciati a vista per garantire la durevolezza della pulizia e l’assenza di manutenzioni necessarie negli spazi di grande percorrenza e affollamento. I pavimenti sono in resina colorata per gli spazi di distribuzione, gli spogliatoi, le fisioterapie, mentre sono in gomma per le palestre, in legno per gli spazi a ufficio, in ceramica per le zone di servizio e locali tecnici. Le pareti delle zone di servizio sono rivestite in ceramica fino all’altezza di 200 cm, mentre per gli altri spazi sono tinteggiate, a parte le zone di distribuzione e le pareti confinanti con l’esterno, che sono in blocchetti di cemento a vista.